La coltivazione della Quinoa
Siamo agli inizi di febbraio e, mentre in Sud America siamo nel pieno della raccolta della Quinoa, nell’area mediterranea è tempo di iniziare a fare mente locale e pensare alla semina che, nel centro Italia, in condizioni normali, potrebbe avvenire tra la metà di marzo e fine aprile. In questo articolo parlerò della coltivazione della quinoa e delle operazioni da svolgere dalla semina fino alla raccolta, senza toccare il processo di trasformazione.
Innanzitutto, vorrei fare una premessa: per quanto riguarda la Quinoa, ad oggi in Europa, non esistono fitofarmaci registrati che possano essere usati su questa coltura. Pertanto non farò distinzione fra coltivazione biologica e convenzionale. L’unica differenza può essere rappresentata dalle concimazioni che potranno essere organiche o di sintesi in base al tipo di disciplinare che ognuno deciderà di seguire.
Come ho già detto in altri post, la quinoa è una pianta che si adatta a condizioni estreme di siccità, di temperatura e di salinità del terreno. Pertanto, per la scelta del terreno sul quale seminare, i fattori che rendono un terreno “non idoneo” alla coltivazione della quinoa sono principalmente due: i ristagni d’acqua (le zone in cui si presentano ristagni sono da escludere categoricamente) e l’esposizione a gelate nel periodo della fioritura (la maggior parte delle varietà sopportano gelate in ogni fase fenologica, ma non nell’epoca della fioritura).
La preparazione del terreno
Una volta scelto l’appezzamento sul quale seminare la quinoa, è importante procedere alla preparazione del terreno e del letto di semina. Per la Quinoa non è necessaria una lavorazione profonda, nei terreni più compatti può essere utile una lavorazione più spinta, preferibilmente con un ripper per favorire il drenaggio. Le dimensioni del seme richiedono un buon affinamento del terreno al momento della semina. E’ imporatnte effettuare un’adeguata concimazione in pre- semina, come si fa con i cereali.
La semina
La semina, come già detto, avviene in primavera (ovviamente al sud avverrà in anticipo rispetto al nord) e può essere realizzata con metodi differenti in base alla tipologia di terreno, alla varietà di quinoa che semineremo ed ai macchinari di cui si disporrà. Qualora il nostro scopo fosse quello di realizzare una prova in parcella (che in una fase sperimentale è un’opzione più che raccomandabile) il consiglio è quello di procedere manualmente alla semina, per estensioni più ampie invece si può utilizzare una seminatrice di precisione o una seminatrice da cereali a fila continua. La seminatrice di precisione è indicata su terreni sciolti e richiede un letto di semina, ben affinato e livellato; questo sistema ci permetterà di poter intervenire con maggior facilità nelle operazioni di diserbo meccanico con una sarchiatrice. La distanza ideale tra le file è di 40/50 cm (può variare in base alla varietà), mentre la distanza sulla fila può essere di 1-2 cm o anche inferiore. Con una seminatrice di precisione si può ottenere un ottimo risparmio sul quantitativo di seme utilizzato, che può variare dai 6 agli 8 kg/ha.
Una seminatrice per cereali a fila continua è più idonea su terreni più pesanti, sono però necessari alcuni accorgimenti: innanzitutto dobbiamo tener conto che il quantitativo di seme necessario è notevolmente inferiore a quello necessario per un cereale (con questa tecnica saranno necessari 8/12 kg/ha), pertanto è necessario mescolare il seme di quinoa a del materiale inerte (negli Stati Uniti, per l’amaranto viene utilizzata la farina di mais) per creare maggior volume in modo che la semina avvenga in modo omogeneo.
Vi sono alcune varietà di quinoa che riescono a combattere le infestanti grazie alla loro veloce crescita, quindi più idonee alla semina a fila continua in quanto non richiedono il passaggio con una sarchiatrice. Al momento però queste varietà non sono disponibili in Italia.
Il Diserbo
In presenza di una buona gestione del terreno e di una buona tecnica di rotazione, il controllo delle erbe sarà relativamente semplice e potrà essere realizzato con una sarchiatura. Se la presenza di infestanti dovesse essere particolarmente consistente, saranno sicuramente necessari più passaggi. Questo aspetto deve essere valutato di volta in volta. L’importante è che le infestanti siano tenute sotto controllo fin quando le piante non riescono a chiudere la fila.
L’irrigazione
Uno degli aspetti più interessanti di questa pianta è la sua resistenza alla siccità. Ovviamente, avendo disponibilità d’acqua un’irrigazione subito dopo la semina (per favorire l’emergena in situazioni dii siccità) o in prefioritura può essere un’importante aiuto in annate particolarmente siccitose. La necessità idrica varia in base alle varietà e, ovviamente, alle condizioni climatiche.
Le avversità
Per quanto riguarda le patologie della pianta, la quinoa non è affetta da particolari problematiche anche se alcune varietà possono essere particolarmente soggette alla peronospora che normalmente non va oltre le foglie basali, e si blocca con l’arrivo delle alte temperature. Essa può ritardare la crescita della pianta e favorire le infestanti. Fino ad ora, tra le prove effettuate nell’area mediterranea, solo in casi sporadici si è verificato questo problema in coincidenza con primavere particolarmente piovose. Al momento, in Europa, non son stati registrati problemi legati a particolari insetti, ragni o altri microorganismi, ad eccezione degli afidi e, in alcune zone, delle cimici. I cinghiali non sono attratti dalla quinoa, questo aspetto è molto importante, vista l’alta presenza di ungulati in tutta Italia.
La raccolta
Il ciclo vegetativo della quinoa può variare dai 120 giorni fino ai 210 in base alla varietà. In Italia, ed in gran parte d’Europa sono da prediligere le varietà a ciclo breve (120-140 giorni), le zone più meridionali d’Europa, possono offrire la possibilità di utilizzare varietà a ciclo più lungo, anche fino a 180 giorni.
La quinoa può essere raccolta con una normale mietitrebbia da cereali facendo particolare attenzione al livello di umidità. Essa viene normalmente raccolta con un livello di umidità pari al 14/15% per poi subire un processo di essiccazione per portare l’umidità sotto il 12%. Attendere che il livello di umidità scenda sotto il 12% prima della raccolta è possibile, soprattutto in presenza di climi particolarmente secchi, ciò comporta però un alto rischio di perdita del seme.
Ovviamente, questo non è un protocollo standard per la coltivazione della quinoa, in quanto sappiamo che le variabili sono infinite e che ogni realtà, ogni tipologia di suolo ed ogni ambiente hanno le sue peculiarità.
Pertanto il consiglio che io voglio dare a chiunque fosse incuriosito e stuzzicato da questo tipo di coltivazione che, a mio avviso, rappresenta una valida alternativa per le aziende agricole a medio termine, è quella di fare delle prove su piccoli appezzamenti utilizzando i macchinari a disposizione in azienda, magari con differenti varietà, per valutare direttamente i risultati e le potenzialità della quinoa.