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Linee guida per la coltivazione della quinoa

PREPARAZIONE DEL TERRENO

Il terreno può essere preparato eseguendo le stesse operazioni che si eseguono per il frumento e cercando di affinarlo in modo accurato per creare un letto di semina ideale. Sono sconsigliati terreni che tendono a creare una crosta superficiale (trattandosi di un seme molto piccolo potrebbe avere difficoltà ad emergere) e terreni eccessivamente sabbiosi che provocherebbero stress alla pianta con l’arrivo del caldo estivo (a meno che non si decida di irrigare la coltura). In presemina utilizzare la stessa concimazione che si applica al frumento.

PERIODO DI SEMINA

L’epoca ideale di semina va (a grandi linee) dalla metà di febbraio a fine marzo/inizio aprile nell’Italia settentrionale, a partire da fine gennaio fino alla metà di marzo nelle aree del centro sud. Ovviamente è necessario tener conto delle condizioni pedoclimatiche. È importante tener presente che eventuali gelate di notevole entità in una primissima fase potrebbero creare danni alla pianta (anche se in realtà, in occasione delle gelate tardive del 2017 e della gelata del 2021, quanto il 7 aprile il termometro ha raggiunto -6°C, non abbiamo riscontrato questo tipo di problema). Una semina eccessivamente tardiva può provocare difficoltà nella fase di emergenza a causa della mancanza di pioggia e, soprattutto, un ritardo nella maturazione e quindi difficoltà di essiccazione, almeno al nord Italia (le varietà proposte da Tuttoquinoa hanno un ciclo di circa 120/150 gg). Inoltre, può avere effetti negativi in caso si attacchi di Altica (parassita che tende ad attaccare con l’innalzamento delle temperature) in quanto le piante sarebbero attaccate in fase di emergenza causando danni anche gravi. Se l’altica attacca la pianta a partire dallo stadio di 4-6 foglie vere, crea danni minimi alla pianta. Infine, seminando troppo tardi, si corre il rischio di sottoporre la pianta a temperature superiori ai 30°C in fase di piena fioritura (che per le varietà proposte da Tuttoquinoa avviene dopo 40/60 gg dall’emergenza), ciò potrebbe causare difficoltà nella fase di allegagione.

SEMINA

La semina può essere effettuata utilizzando diverse tecniche. Si Può realizzare una semina con seminatrice monogerme, una semina con microgranulatore, una semina a fila continua o a spaglio (quest’ultima fa sì che le piante possano essere distribuite in maniera uniforma sul terreno e possano competere con le infestanti). Il quantitativo di seme per ettaro è di circa 10 kg con semina a spaglio, con la semina monogerme può ridurre il quantitativo oltre il 50% (una riduzione del 30-40% si può ottenere utilizzando il microgranulatore). Alcune aziende adottano la tecnica a fila continua utilizzando una seminatrice da frumento che, a nostro avviso, per la gestione delle infestanti è la tecnica più rischiosa e sono comunque necessari 10 Kg di seme.

Semina con seminatrice monogerme o microgranulatore: La distanza consigliata tra le file è di 45-50 cm (se si hanno macchinari per la rimozione di infestanti in grado di lavorare a distanze minori si può ridurre la distanza tra le file), mentre sulla fila si può seminare anche con una densità molto alta. Si consiglia di utilizzare il micro-granulatore perché i semi di quinoa rilasciano una polvere che tende ad otturare i fori dei dischi della seminatrice. Questa tecnica di semina renderà più agevole la rimozione delle infestanti permettendo di effettuare interventi di sarchiatura. Se in azienda sono presenti attrezzature per la coltivazione di mais e girasole (seminatrice e sarchiatrice) con file distanziate 75 cm, possono essere utilizzate riducendo leggermente il quantitativo di seme ad ettaro, in questo caso la competizione con le infestanti sarà meno efficace, perché le piante faranno fatica a chiudere la fila.

Semina a spaglio: La semina a spaglio è a nostro avviso un’opzione da prendere in considerazione su terreni che non presentano particolari complessità in termini di presenza di infestanti. Per semina a spaglio non si intende semina con spandiconcime, bensì semina con seminatrice da cereali, staccando i tubi che conducono il seme al falcione o al disco, in modo che esso esca per caduta senza andare sulla fila. Questo fa sì che le piante coprano il terreno in maniera uniforme, evitando lo spazio tra una fila e l’altra (che è dove nascono le infestanti). Si consiglia di passare con un rullo prima della semina per evitare che il seme vada troppo in profondità. Visto il modico quantitativo di seme necessario, una seminatrice pneumatica è più idonea rispetto ad una meccanica.

Semina con seminatrice da frumento a fila continua: Con la seminatrice da frumento, seminando a fila continua, le infestanti saranno meno aggressive rispetto ad un interfilare di 45 cm , ma non sarà possibile intervenire meccanicamente per rimuoverle, quindi in caso di massiccia presenza potrebbero sopraffare la coltura.

Essendo un seme piccolo, la quinoa, indipendentemente dalla tecnica di semina, dovrà rimanere in superficie (profondità massima 1.5-2 cm).

Si consiglia in ogni caso la semina di precisione che garantisce importanti vantaggi: Risparmio sul quantitativo di seme; maggiore uniformità nell’emergenza in quanto permette di controllare la profondità di semina; possibilità di effettuare una sarchiatura per la rimozione delle infestanti.

(Per maggiori dettagli ed informazioni più precise sulla semina e sulla concimazione invitiamo a leggere questo articolo => “La Semina della quinoa, come e quando? Ecco i nostri consigli”)

IRRIGAZIONE

La quinoa non ha particolari esigenze idriche, in annate particolarmente siccitose la possibilità di un’irrigazione di soccorso può dare maggiori garanzie (come per la campagna 2022).

CONCIMAZIONE

La quinoa è una pianta molto sensibile alla concimazione, pertanto, per ottenere un buon risultato è necessario concimare generosamente. In regime di agricoltura biologica consigliamo concimazioni organiche con alto contenuto di fosforo e sostanza organica in presemina, concimi fogliari e biostimolanti successivamente. In agricoltura convenzionale, una buona fertilizzazione fosforica in presemina, simile a quella che si effettua sul frumento (Biammonico ad esempio), ed una o due concimazioni azotate, per un totale di almeno 100 unità di azoto in copertura. Anche il potassio è importante, specialmente quando la pianta ha eccessivo vigore, infatti una carenza di potassio potrebbe favorire l’allettamento.

GESTIONE DELLE INFESTANTI

Non esistendo nessun diserbante registrato sulla quinoa, l’unico metodo per combattere le infestanti è il diserbo meccanico, intervenendo con una sarchiatura in caso di semina di precisione, altrimenti le infestanti potranno essere combattute soltanto in presemina con falsa semina.

AVVERSITÀ

Parassiti e insetti: Fino ad oggi, in Italia, l’altica ha rappresentato il maggior problema. Comunque, se la pianta viene attaccata quando è già in una fase vegetativa avanzata (4-6 foglie vere), i danni sono limitati o nulli, se l’attacco avviene nella prima fase di sviluppo, i danni possono essere gravi, soprattutto se avvengono in concomitanza di una siccità accentuata che rallenta lo sviluppo della pianta. Anche per questo motivo, come già anticipato, è consigliabile non ritardare troppo la semina. Un altro problema possono essere le cimici e gli afidi che attaccano direttamente i semi sulla pianta. Anche la cassida, in casi eccezionali, può rappresentare una minaccia.

Malattie: La quinoa è sensibile alla peronospora (ad eccezione della varietà “Puno” che risulta essere tollerante), ad oggi abbiamo riscontrato pochi problemi in Italia ma in Sudamerica sono stati riscontrati attacchi importanti da parte di questo fungo. Normalmente, la peronospora che attacca la quinoa è di natura diversa da quella che attacca la vite, si ferma sulle foglie basali e tende a scomparire con i primi caldi non provocando gravi danni.

Trattamenti Fitosanitari: non esistono prodotti fitosanitari registrati per la quinoa, pertanto non è possibile effettuare trattamenti. La polvere di basalto può essere utile contro gli attacchi di altica.

Ungulati: non attratti dalla coltura    

RACCOLTA

Il ciclo fenologico delle varietà di Tuttoquinoa si aggira sui 120/150 gg, può variare in base alle stagioni, ed all’epoca di semina. In semina precoci, con temperature più basse, il ciclo tende ad allungarsi, normalmente fino ai 140-150 giorni, le semine primaverili giungono a maturazione in periodi più brevi. La raccolta può essere effettuata con una mietitrebbia da cereali (con vaglio da erba medica o trifoglio). È importante che il controllo delle infestanti venga realizzato a regola d’arte per evitare la presenza di eccessive impurità e semi estranei, ma soprattutto per non portare eccessiva umidità. La quinoa ha una maturazione scalare, normalmente l’umidità della quinoa al momento della raccolta si aggira sul 15%/16% (un’umidità più bassa comporterebbe un’eccessiva perdita di seme), se raccolta in epoca ancora calda, l’umidità riesce a scendere al di sotto dell’12% in modo naturale (mantenendo il seme all’asciutto ed areato per qualche giorno). È fondamentale far asciugare la quinoa in breve tempo dopo la raccolta. Una valida opzione per risolvere i problemi legati all’umidità può essere lo sfalcio della pianta e la successiva trebbiatura con testata pick-up, dopo che la pianta e le infestanti si sono essiccate a terra.

IMPORTANTE: Queste linee guida sono state redatte sulla base di esperienze maturate in Italia e Spagna. Non rappresentano un modello da seguire in modo esclusivo, ma una base di partenza sulla quale poter fare valutazioni e prendere spunto per migliorare ed affinare le tecniche di coltivazione.

Linee guida per la coltivazione del teff

PREPARAZIONE DEL TERRENO

Il terreno può essere preparato eseguendo le stesse operazioni che si eseguono per il frumento e cercando di affinare il terreno in modo accurato per creare un letto di semina ideale. Come per tutti i semi piccoli (ed il teff è veramente piccolissimo) sono sconsigliati terreni che tendono a creare una crosta superficiale (trattandosi di un seme molto piccolo potrebbe avere difficoltà ad emergere). Si consiglia di rullare il terreno prima della semina per evitare che il seme vada troppo in profondità.

PERIODO DI SEMINA

L’epoca di semina del teff va dalla metà di marzo alla metà di maggio per quanto riguarda la semina primaverile. In secondo raccolto, la semina avviene normalmente a fine primavera, in questo caso la pianta ha bisogno ovviamente di irrigazione.

È importante fare attenzione alle temperature, il teff ha bisogno di una temperatura del terreno superiore ai 15° e di umidità per germinare in maniera adeguata.

SEMINA

La semina del teff si realizza con una seminatrice classica da frumento (il teff è un cereale). Il quantitativo di seme per ettaro è di circa 10 kg/Ha, la sua dimensione rende la semina complessa in quanto è necessario mescolare il seme con materiale inerte o disporre di seminatrici in grado di seminare semi estremamente piccoli (8/10 volte più piccolo del trifoglio o dell’erba medica per fare un esempio). Trattandosi di un seme molto piccolo, esso dovrà rimanere in superficie (profondità massima 1 cm).

Semina a spaglio: la semina a spaglio con spandiconcime è possibile soltanto se si dispone di macchinari molto tecnologici in grado do gestire quantità e dimensioni del seme così piccole.

IRRIGAZIONE

Per quanto riguarda il teff, se seminato in secondo raccolto, l’irrigazione è indispensabile sia al momento della semina, per facilitare l’emergenza del seme, che durante tutto il ciclo vegetativo, fino alla formazione del seme.

CONCIMAZIONE

In agricoltura biologica oltre ad una concimazione organica di base consigliamo concimazioni fogliari e biostimolanti, in agricoltura convenzionale, una concimazione in presemina equivalente a quella che si effettua sul frumento ed un intervento con 50 Kg/Ha di azoto in copertura (un eccesso di azoto può favorire l’allettamento).

GESTIONE DELLE INFESTANTI

Il teff se seminato ad una densità adeguata, riesce a coprire molto bene il terreno e a soffocare le infestanti, in ogni caso un intervento con strigliatore in fase di accestimento può essere utile sia per rimuovere eventuali infestanti che per ossigenare le radici della pianta.

AVVERSITÀ

Parassiti e insetti: fino ad oggi, in Italia non si sono riscontrati attacchi di parassiti o insetti,

Malattie: in Italia non sono state registrate malattie particolari sulla pianta.

Ungulati: non attratti dalla coltura

Trattamenti Fitosanitari: non esistono prodotti fitosanitari registrati per l’amaranto, pertanto non è possibile effettuare trattamenti.

RACCOLTA

La raccolta avviene normalmente dopo 110/130 giorni dall’emergenza per le semine primaverili, dopo circa 90/100 giorni per le semine tardive, in secondo raccolto. Possono essere utilizzate due tecniche di raccolta:

Classica: utilizzando una mietitrebbia da cereali (con crivelli adeguati, come quelli da erba medica o trifoglio).

Sfalcio e Trebbiatura: in stagioni particolarmente umide, su appezzamenti nei quali sono presenti infestanti (il teff normalmente non ha problemi di infestanti) o in caso di allettamento, un’ottima opzione è lo sfalcio della pianta ancora non completamente secca, seguita da trebbiatura una volta essiccata (ideale sarebbe una testata pick up sulla mietitrebbia, ma si riesce a farlo molto bene anche con una testata normale da cereale cercando di effettuare lo sfalcio non troppo vicino al suolo).

IMPORTANTE: queste linee guida sono state redatte sulla base di esperienze maturate in Italia e Spagna. Non rappresentano un modello da seguire in modo esclusivo, ma una base di partenza sulla quale poter fare valutazioni e prendere spunto per migliorare ed affinare le tecniche di coltivazione.

Linee guida per la coltivazione dell’amaranto

PREPARAZIONE DEL TERRENO

Il terreno può essere preparato eseguendo le stesse operazioni che si eseguono per il frumento e cercando di affinare il terreno in modo accurato per creare un letto di semina ideale. Sono sconsigliati terreni che tendono a creare una crosta superficiale (trattandosi di un seme molto piccolo potrebbe avere difficoltà ad emergere).

PERIODO DI SEMINA

L’epoca ideale di semina va dalla metà di marzo alla metà di maggio nell’Italia settentrionale, a partire da metà febbraio e fino alla fine di aprile nelle aree del sud Italia. È importante fare attenzione alle temperature, l’amaranto ha bisogno di una temperatura del terreno superiore ai 15° per germinare bene e non tollera assolutamente le gelate.

SEMINA

La semina dell’amaranto richiede molta attenzione e precisione, in quanto il quantitativo di seme necessario è minimo (da 2 a 4 Kg/Ha in base alla tecnica utilizzata). Si può realizzare una semina di precisione, una semina classica con seminatrice da cereali o una semina a spaglio (sempre con seminatrice da cereali). Il quantitativo di seme per ettaro è di circa 3/4 kg con semina a spaglio o semina tipo cereale, con la semina di precisione si può ridurre il quantitativo fino a 2 Kg/Ha (utilizzando il micro-granulatore). Indipendentemente dalla tecnica utilizzata, si consiglia di passare con un rullo prima della semina per evitare che il seme vada troppo in profondità. Trattandosi di un seme molto piccolo, esso dovrà rimanere in superficie (profondità massima 1 cm).

Semina di precisione: la distanza consigliata tra le file è di 45/50 cm, mentre sulla fila si può seminare anche con una densità molto alta. Si consiglia di utilizzare il micro-granulatore. La semina di precisione permetterà di intervenire con una sarchiatura, anche se è importante, specialmente in agricoltura biologica, effettuare un buon lavoro di preparazione del terreno, con adeguate false semine per ridurre al massimo le infestanti ed evitare che sovrastino la coltura. L’amaranto, infatti, dopo l’emergenza ha un periodo di stallo di circa 20 giorni, durante i quali cresce a ritmo lentissimo e potrebbe essere soffocato da un’eccessiva presenza di infestanti. Se in azienda sono presenti attrezzature per la coltivazione di mais e girasole (seminatrice e sarchiatrice) con file distanziate 75 cm, possono essere utilizzate riducendo leggermente il quantitativo di seme ad ettaro, in questo caso potrebbe essere necessaria una doppia sarchiatura.

Semina con tecnica del frumento: con la seminatrice da frumento (una pneumatica è più idonea rispetto ad una meccanica) le infestanti saranno meno aggressive rispetto ad un interfilare di 45 cm, ma non sarà possibile intervenire meccanicamente per rimuoverle, quindi in caso di massiccia presenza potrebbero soffocare la coltura. Potrebbe essere necessario mescolare il seme con del materiale inerte qualora la seminatrice utilizzata non fosse in grado di seminare quantitativi così ridotti.

Semina a spaglio: per semina a spaglio non si intende semina con spandiconcime (visto il quantitativo esiguo di seme e la dimensione dello stesso), bensì semina con seminatrice da cereali (si consiglia sempre una pneumatica), staccando i tubi che conducono il seme al falcione, in modo che esso esca per caduta senza andare sulla fila. Anche in questo caso potrebbe essere necessario mescolare il seme con del materiale inerte. Questa tecnica fa sì che le piante coprano il terreno in maniera uniforme, evitando lo spazio tra una fila e l’altra (che è dove nascono le infestanti).

IRRIGAZIONE

L’Amaranto non ha particolari esigenze idriche, in annate particolarmente siccitose (come per la campagna 2022) la possibilità di un’irrigazione di soccorso può dare maggiori garanzie.

CONCIMAZIONE

In regime di agricoltura Biologica oltre ad una concimazione organica di base consigliamo concimazioni fogliari e biostimolanti, in agricoltura convenzionale, dopo una buona concimazione in presemina (50Kg/Ha di N e 100Kg/Ha di P), non sono necessarie altre concimazioni in copertura che potrebbero tendere a rallentare il ciclo della pianta.

GESTIONE DELLE INFESTANTI

Non esistendo nessun diserbante registrato sulla quinoa, l’unico metodo per combattere le infestanti è il diserbo meccanico, intervenendo con una sarchiatura in caso di semina di precisione, altrimenti le infestanti potranno essere combattute soltanto in presemina con falsa semina.

AVVERSITÀ

Parassiti e insetti: fino ad oggi, in Italia, l’altica ha rappresentato l’unico problema, specialmente nella prima fase.

Malattie: in Italia non sono state registrate malattie particolari sulla pianta.

Trattamenti Fitosanitari: non esistono prodotti fitosanitari registrati per l’amaranto, pertanto non è possibile effettuare trattamenti. La polvere di basalto può essere utile contro gli attacchi di altica.

Ungulati: non attratti dalla coltura

RACCOLTA

La raccolta può essere effettuata con una mietitrebbia da cereali (con vaglio da erba medica o trifoglio). È importante che il controllo delle infestanti venga realizzato a regola d’arte per evitare la presenza di eccessive impurità e semi estranei, ma soprattutto per non portare eccessiva umidità. L’amaranto ha una maturazione scalare, e la pianta difficilmente riesce a seccare completamente prima della raccolta, questo va quindi ad influire sull’umidità del seme. Inoltre, se si attende la completa maturazione di tutto il pannicolo, si rischia di perdere troppo seme. È necessario trovare un compromesso tra buon livello di maturazione e minima perdita di seme. Una volta raccolto il seme, dovrà essere essiccato, ciò può avvenire in maniera naturale, stendendolo a terra su una piattaforma di cemento (se il quantitativo non è eccessivo), o ricorrendo ad essiccatori ad aria.

IMPORTANTE: queste linee guida sono state redatte sulla base di esperienze maturate in Italia e Spagna. Non rappresentano un modello da seguire in modo esclusivo, ma una base di partenza sulla quale poter fare valutazioni e prendere spunto per migliorare ed affinare le tecniche di coltivazione.

Linee guida per la coltivazione della chia

PREPARAZIONE DEL TERRENO
Per la semina della chia il terreno dovrà essere preparato in maniera accurata, il letto di semina dovrà essere ben affinato. Sono sconsigliati terreni che tendono a creare una crosta superficiale (trattandosi di un seme molto piccolo potrebbe avere difficoltà ad emergere). Si consiglia di effettuare almeno due false semine per ridurre la competizione delle infestanti.

PERIODO DI SEMINA
L’epoca ideale di semina va dalla metà dalla metà di aprile alla metà di maggio nell’Italia settentrionale, a partire da metà marzo e fino alla fine di aprile nelle aree del sud Italia. È importante fare attenzione alle temperature, la chia non tollera assolutamente il freddo e le gelate.

SEMINA
La semina della chia richiede molta attenzione e precisione, in quanto il quantitativo di seme necessario è minimo (da 2 a 6 Kg/Ha in base alla tecnica utilizzata, alla tipologia di terreno ed alla qualità del lavoro di affinamento presemina). Si può realizzare una semina di precisione, una semina classica con seminatrice da cereali o una semina a spaglio (sempre con seminatrice da cereali). Il quantitativo di seme per ettaro è di circa 5-6 kg con semina a spaglio o semina tipo cereale, con la semina di precisione (distanza interfilare 45-50 cm) si può ridurre il quantitativo fino a 2 – 2,5 Kg/Ha (utilizzando il micro-granulatore). Si consiglia di passare con un rullo prima della semina per evitare che il seme vada troppo in profondità. Trattandosi di un seme molto piccolo, esso dovrà rimanere in superficie (profondità massima 1 cm).

Semina di precisione: La distanza consigliata tra le file è di 45/50 cm, mentre sulla fila si può seminare anche con una densità molto alta. Si consiglia di utilizzare il micro-granulatore. La semina di precisione permetterà di intervenire con una sarchiatura, anche se è importante, specialmente in agricoltura biologica, effettuare un buon lavoro di preparazione del terreno, con adeguate false semine per ridurre al massimo le infestanti ed evitare che sovrastino la coltura. Se in azienda sono presenti attrezzature per la coltivazione di mais e girasole (seminatrice e sarchiatrice) con file distanziate 75 cm, possono essere utilizzate riducendo leggermente il quantitativo di seme ad ettaro, in questo caso sarà più difficile combattere le infestanti tra le file.

Semina con tecnica del frumento: Con la seminatrice da frumento (una pneumatica è più idonea rispetto ad una meccanica) le infestanti saranno meno aggressive rispetto ad un interfilare di 45 cm, ma non sarà possibile intervenire meccanicamente per rimuoverle, quindi in caso di massiccia presenza potrebbero soffocare la coltura. Potrebbe essere necessario mescolare il seme con del materiale inerte qualora la seminatrice utilizzata non fosse in grado di seminare quantitativi così ridotti.

Semina a spaglio: Per semina a spaglio non si intende semina con spandiconcime (visto il quantitativo esiguo di seme e la dimensione dello stesso), bensì semina con seminatrice da cereali (si consiglia sempre una pneumatica), staccando i tubi che conducono il seme al falcione, in modo che esso esca per caduta senza andare sulla fila. Anche in questo caso potrebbe essere necessario mescolare il seme con del materiale inerte. Questa tecnica fa sì che le piante coprano il terreno in maniera uniforme, evitando lo spazio tra una fila e l’altra (che è dove nascono le infestanti).

IRRIGAZIONE
La chia non ha particolari esigenze idriche, in annate particolarmente siccitose la possibilità di un’irrigazione di soccorso può dare maggiori garanzie in annate siccitose.

CONCIMAZIONE
In regime di agricoltura Biologica oltre ad una concimazione organica di base consigliamo concimazioni fogliari e biostimolanti, in agricoltura convenzionale, si può intervenire in presemina  in presemina con 40-50 unità di fosforo (P) ed in copertura con 50-60 unità di azoto (N), possibilmente applicato in 2 volte.

GESTIONE DELLE INFESTANTI
Non esistendo nessun diserbante registrato sulla chia, l’unico metodo per combattere le infestanti è il diserbo meccanico, intervenendo con una sarchiatura in caso di semina di precisione, altrimenti le infestanti potranno essere combattute soltanto in presemina con falsa semina.

AVVERSITA’

Parassiti e insetti: In Europa, ad oggi non sono stati rilevati parassiti.  Le lumache possono rappresentare una minaccia. Non seminare la Chia in campi con presenza di cuscuta, essendo essa una pianta ospite.

Malattie: In Europa non sono state registrate malattie particolari sulla pianta.

Trattamenti Fitosanitari: non esistono prodotti fitosanitari registrati per la chia.

Ungulati: non attratti dalla coltura

RACCOLTA
La raccolta può essere effettuata con una mietitrebbia da cereali (con vaglio da erba medica o trifoglio). È importante che il controllo delle infestanti venga realizzato a regola d’arte per evitare la presenza di eccessive impurità e semi estranei, ma soprattutto per non portare eccessiva umidità. La chia ha una maturazione scalare, e la pianta difficilmente riesce a seccare completamente prima della raccolta, questo va quindi ad influire sull’umidità del seme. Una volta raccolto il seme, se esso è eccessivamente umido, dovrà essere essiccato, ciò può avvenire in maniera naturale, stendendolo a terra su una piattaforma di cemento (se il quantitativo non è eccessivo), o ricorrendo ad essiccatori ad aria.

IMPORTANTE: Queste linee guida sono state redatte sulla base di esperienze maturate in Italia. Non rappresentano un modello da seguire in modo esclusivo, ma una base di partenza sulla quale poter fare valutazioni e prendere spunto per migliorare ed affinare le tecniche di coltivazione.